domenica 16 gennaio 2011

IL BANDO DELLA PRIMA EDIZIONE PREMIO ROBERTO SANTINI 2011

Grazie al sostegno della casa editrice Arnoldo Mondadori, con la collaborazione dell'agenzia letteraria Trentin e Zantedeschi e sotto il patrocinio delle biblioteche di Roma, viene bandito il premio letterario per il miglior racconto giallo inedito e di ambientazione rigorosamente italiana. Il racconto vincitore verrà pubblicato nella collana I Gialli Mondadori.

Caratteristiche del concorso:
1.Il concorso è aperto a tutti senza limiti di età.
2.Le opere dovranno essere inedite (non è esclusa la partecipazione ad altri concorsi, ma le opere non devono mai essere state pubblicate neanche on-line), in lingua italiana e avere una lunghezza massima di 20 cartelle dattiloscritte (cartella tipo: 30 righe, 60 battute per un massimo di 1800 battute).
3.Si può partecipare con un solo elaborato.
4. I racconti dovranno pervenire in 7 copie fascicolate e con le pagine numerate recanti nell'intestazione di ogni foglio numero di pagina e titolo dell'opera (i concorrenti dovranno indicare chiaramente le proprie generalità con domicilio, recapito telefonico ed indirizzo e-mail in busta chiusa e sigillata recante all'esterno il titolo del racconto).

I racconti dovranno essere spediti a:
Premio Letterario "Roberto Santini"
c/o Guida Giallo Noir Sabina Marchesi
Via di Casal Selce 441/a
00166 Roma
entro e non oltre il 31/12/2011

5.Non si darà conferma della ricezione degli elaborati e gli stessi non saranno restituiti, l'organizzazione si riserva di utilizzarli nelle varie manifestazioni, rassegne e/o altri concorsi collegati al Premio.
6.Il comitato organizzativo permanente sarà presieduto da Sabina Marchesi (Guida Giallo Noir di SuperEva) e Enrico Luceri (Premio Alberto Tedeschi 2008) e da altri cinque membri a rotazione scelti tra giornalisti, scrittori, critici ed esperti del genere letterario indicato che andranno a costituire la giuria.
7.Giuria dell'edizione 2011 (in ordine alfabetico): Graziano Braschi, Daniele Cambiaso, Leonardo Gori, Enrico Luceri, Sabina Marchesi, Riccardo Parigi e Massimo Sozzi, Enrico Solito.
8. Il parere della giuria è insindacabile e non saranno rilasciate informazioni in merito né consegnate ai diretti interessati schede sintetiche di giudizio o altro tipo di valutazioni critiche.
9.Soltanto a votazioni concluse sarà pubblicata on line la graduatoria relativa alle prime dieci posizioni.
10. Si segnala che eventuali opere non rispondenti ai canoni del "giallo" non verranno prese in considerazione e saranno pertanto da intendersi automaticamente escluse dal concorso.

Per ulteriori informazioni contattare la Segreteria del Premio (Sabina Marchesi 347.3884463 - PremioRobertoSantini@gmail.com - http://premiorobertosantini.blogspot.com/)

LA PORTA DI SANGUE

“I romanzi polizieschi di Roberto Santini sono così intensi e particolari, a loro modo così emozionanti, da risultare probabilmente unici…”
Leonardo Gori
 
Toscana occupata dalle truppe tedesche, marzo 1944. Il vicecommissario Fernando Magnani viene trasferito in via provvisoria da Verona a Firenze. Sembra un banale avvicendamento di sede, ma la realtà è assai più complicata.
L’avvocato Bertano, vecchia conoscenza di Magnani, vuole che indaghi sulla morte violenta di una ragazza, Dora Canini. L’omicidio è collegato ad un altro fatto di sangue verificatosi qualche mese prima negli immediati dintorni di Firenze: l’assassinio di Mercedes, sorella di Dora.
I due delitti, tra l’altro, sembrano connessi alla misteriosa sparizione di un ufficiale delle Waffen SS, Gert Brunner.
Per invogliare Magnani a indagare, Bertano gli promette soldi e promozioni. In realtà, più che di un invito, si tratta di un vero e proprio ordine, accompagnato per di più da pressioni e ricatti di ogni genere. Del resto Brunner lo cercano sia i fascisti italiani che i suoi stessi camerati, i quali, tuttavia, ammettono di poter rivelare ben poco sull’SS, il cui ruolo è stato coperto finora dal segreto militare.
Nel frattempo viene trovato il cadavere di uno sconosciuto – per brutalità, il delitto ricorda quello di Mercedes Canini – e si succedono altri efferati colpi di scena, a partire dal suicidio di un reo confesso che si era autodenunciato per l’omicidio di Dora.
Nonostante tutto, Magnani non è tipo da arrendersi. Ligio al dovere, porta avanti la sua inchiesta.
In una Firenze sotto assedio, fra allarmi aerei, borsa nera, partigiani comunisti e miliziani fascisti, lui tira dritto e schiva pericoli d’ogni sorta, fino ad arrivare al cuore dell’enigma e al suo sconvolgente scioglimento…

TRE FARFALLE D'ARGENTO

Verona, gennaio 1944, durante il processo a Galeazzo Ciano. Il vicecommissario Fernando Magnani, che ha avuto diversi problemi disciplinari per via delle sue relazioni adulterine, si trova a dover indagare su due omicidi in apparenza insensati. 
C'è il sospetto inconfessabile che quelle morti siano collegate al processo; le autorità nazifasciste non nascondono un forte timore per gli esiti dell'indagine, senza peraltro spiegarne il motivo. 
Per di più, una delle vittime non solo era una donna bellissima, non solo lavorava per lo spionaggio tedesco, ma era anche l'ultima amante di Magnani. 
Ben presto il vicecommissario si trova nel mezzo di forze contrapposte che cercano di condizionare pesantemente la sua inchiesta: ci sono repubblichini ed SS che pretendono la condanna a morte di Ciano, e c'è un gruppo clandestino di fascisti "dissidenti" che, viceversa, si sforza in ogni modo (sia lecito che illecito) di ottenere la sua liberazione. 
Sempre più coinvolto, Magnani sarà costretto ad esporsi a mille pericoli pur di continuare e concludere la sua indagine, avendo in mano solo un piccolo, enigmatico indizio: tre farfalle d'argento...

ROBERTO SANTINI (1949/2010)


Roberto Santini (1949 / 2010), fiorentino, di professione psicologo e insegnante; critico e studioso della letteratura di genere, ha esordito nel campo della narrativa gialla con il romanzo La regola del male, seguito da numerosi racconti per il Giallo Mondadori e Delitti di carta. Il suo talento gli ha assicurato la vittoria in innumerevoli concorsi dedicati al mystery, tra i quali: il Premio Grangiallo di Cattolica, il Premio Orme Gialle e il Premio Giallocarta.

Nel 2009 il romanzo Tre farfalle d'Argento (Hobby & Work Pusblishing) ha ottenuto ottimi consensi di pubblico e critica ed è stato tra i candidati al Premio Azzeccagarbugli (Tullio Avoledo, presidente di giuria, l'aveva inserito nella sua personalissima cinquina: «per l'intensità e la resa cinematografica»). Il suo ultimo romanzo, La porta di sangue, uscirà a febbraio 2011.

sabato 8 gennaio 2011

ROBERTO SANTINI IN UN RICORDO DI LUIGI SANVITO

«Intenso. Visionario. Lirico. Introspettivo. Fateci caso, di solito questi termini non sono quasi mai usati quando si parla di uno scrittore di polizieschi; eppure, nel caso dell’opera di Roberto Santini, sono di gran lunga gli aggettivi che meglio definiscono la sua arte, il suo spessore intellettuale, la sua perizia narrativa, la sua incredibile capacità di essere contemporaneamente dentro e fuori (o meglio, al di là) del genere.
Ho avuto il privilegio di propiziare la pubblicazione degli ultimi due romanzi di Roberto, Tre farfalle d’argento e La porta di sangue, entrambi legati dalla ricorrenza dello stesso personaggio principale, il vicecommissario Fernando Magnani. Ebbene, è difficile catalogare queste due opere semplicemente come noir, ovvero come specifiche “forme” narrative che rispettano in modo pedissequo una serie di “luoghi comuni”. Nell’arte di Roberto c’è molto, molto di più. Pur partendo dall’intento (implicito nel genere) di intrattenere e divertire il lettore con storie ad alta tensione e intrecci a prova di bomba, l’estro di Santini si dedica alla definizione di psicologie, climi ed atmosfere con una sottigliezza d’analisi e una potenza espressiva che hanno pochissimi riscontri nel panorama italiano della narrativa di genere. È questo che rende grande la sua opera: accettare umilmente tutti i presupposti tematici del poliziesco allo scopo precipuo di utilizzarli come strumenti di una grande orchestra, laddove ciò che conta non è il singolo suono del singolo strumento, bensì l’esito complessivo della sinfonia, che scavalca e trascende ogni singolo apporto. Tempo fa, in una mail, Roberto mi diceva di avere due grandi numi ispiratori, Leonardo Gori e Ben Pastor. Questo è indubbiamente vero; del resto ciascun scrittore deve sempre qualcosa a qualcuno, consapevolmente o inconsapevolmente. Eppure Roberto era in possesso di una sua voce, che ormai apparteneva a lui e solo a lui. Una voce forte, potente, non di rado sovvertitrice, sempre felicissima, e che, per tutti questi motivi, già ci manca moltissimo.»