“I romanzi polizieschi di Roberto Santini sono così intensi e particolari, a loro modo così emozionanti, da risultare probabilmente unici…”
Leonardo Gori
Toscana occupata dalle truppe tedesche, marzo 1944. Il vicecommissario Fernando Magnani viene trasferito in via provvisoria da Verona a Firenze. Sembra un banale avvicendamento di sede, ma la realtà è assai più complicata.
L’avvocato Bertano, vecchia conoscenza di Magnani, vuole che indaghi sulla morte violenta di una ragazza, Dora Canini. L’omicidio è collegato ad un altro fatto di sangue verificatosi qualche mese prima negli immediati dintorni di Firenze: l’assassinio di Mercedes, sorella di Dora.
I due delitti, tra l’altro, sembrano connessi alla misteriosa sparizione di un ufficiale delle Waffen SS, Gert Brunner.
Per invogliare Magnani a indagare, Bertano gli promette soldi e promozioni. In realtà, più che di un invito, si tratta di un vero e proprio ordine, accompagnato per di più da pressioni e ricatti di ogni genere. Del resto Brunner lo cercano sia i fascisti italiani che i suoi stessi camerati, i quali, tuttavia, ammettono di poter rivelare ben poco sull’SS, il cui ruolo è stato coperto finora dal segreto militare.
Nel frattempo viene trovato il cadavere di uno sconosciuto – per brutalità, il delitto ricorda quello di Mercedes Canini – e si succedono altri efferati colpi di scena, a partire dal suicidio di un reo confesso che si era autodenunciato per l’omicidio di Dora.
Nonostante tutto, Magnani non è tipo da arrendersi. Ligio al dovere, porta avanti la sua inchiesta.
In una Firenze sotto assedio, fra allarmi aerei, borsa nera, partigiani comunisti e miliziani fascisti, lui tira dritto e schiva pericoli d’ogni sorta, fino ad arrivare al cuore dell’enigma e al suo sconvolgente scioglimento…
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